giovedì 7 aprile 2011

A una passante


Urlava intorno a me la via, senza pietà
alta, snella, in gramaglie, sovranamente triste
con sontuosa mano sollevando le liste dell'abito,
guarnato di ondosi falbalà.

E con gamba di statua, passò una donna:
vidi,
bevvi nell'occhio suo, con spasimi d'insano,
come in un cielo livido, gravido d'uragano,
dolcezze ammalianti e piaceri omicidi.

Fu un lampo... poi la notte.
Fuggitiva beltà,
nel cui sguardo, all'istante, l'anima mia risorse
non ti vedrò più dunque che nell'eternità?

Altrove e via di qui! Troppo tardi! Mai, forse!
Poiché corriamo entrambi a ignoto e opposto sito,
o tu che avrei amato, o tu che l'hai capito!

Charles Baudelaire

Scrivere...


Scrivere è trascrivere. Anche quando inventa, uno scrittore trascrive storie e cose di cui la vita lo ha reso partecipe: senza certi volti, certi eventi grandi o minimi, certi personaggi, certe luci, certe ombre, certi paesaggi, certi momenti di felicità e disperazione, tante pagine non sarebbero nate.
         C. Magris

martedì 8 marzo 2011

Buon 8 marzo a tutte le donne


Gli uomini vorrebbero essere
sempre il primo amore di una donna.
Questa è la loro sciocca vanità.
Le donne hanno un istinto più sottile per le cose:
a loro piace essere
l'ultimo amore di un uomo.

O. Wilde

sabato 5 marzo 2011

E' per te questo bacio nel vento...


Dedicato a Te che non sei più con me...non ti dimentico...
Auguri nel cielo...

venerdì 25 febbraio 2011

Il cielo era nel suo cuore da sempre


C'era una volta un bel fiume che scorreva tra colline e boschi. All'inizio era un gaio ruscelletto, uno zampillo giocoso e canterino che scaturiva rapido dalla cima del monte..Allora era giovane, ma quando scese in pianura rallentò. Pensava al momento in cui sarebbe arrivato all'oceano. Col tempo, crescendo, imparò a farsi bello, serpeggiando con grazia fra colline e praterie.

Un giorno si guardò e vide riflesse dentro di sè le nuvole, nuvole di ogni forma e colore.. Per giorni non fece altro che rincorrerle.
Voleva una nuvola tutta sua per tenerla sempre con sè. Ma le nuvole passano nel cielo senza fermarsi mai e cambiano forma continuamente. L'impermanenza connaturata alle nuvole faceva soffrire il fiume..
Il piacere e la gioia che provava a rincorrerle svanirono, e non vi fu che disperazione e rabbia. Un giorno un vento impetuoso spazzò via tutte le nuvole.. Il cielo restò completamente vuoto. Il fiume pensò che non valesse la pena di vivere, dal momento che non c'erano nuvole da inseguire. Era pronto a morire. Quella notte il fiume ascoltò se stesso per la prima volta. Era stato così occupato a inseguire qualcosa di esterno che non aveva mai avuto il tempo di guardarsi.. Quella notte fu la sua prima occasione di ascoltarsi piangere, di ascoltare il rumore dell'acqua che batteva contro le rive. Prestando ascolto alla sua voce fece una scoperta importante. Capì che quello che aveva tanto cercato era già dentro di sè. Scoprì che le nuvole non sono altro che acqua, che nascono dall'acqua e all'acqua fanno ritorno. E scopriì di essere acqua anche lui..


Il mattino seguente al sorgere del sole vide per la prima volta il cielo azzurro. Non lo aveva mai notato. Interessato com'era alle nuvole non aveva mai fatto caso al cielo. Allora capì che quel cielo immenso dimorava nel suo cuore da sempre. Nel pomeriggio le nuvole tornarono ma ora non gli interessava più possederle. Poteva ammirare la bellezza di ciascuna e dare il benvenuto a tutte. Quando arrivava una nuvola, la salutava con premurosa gentilezza, quando una nuvola andava via con la stessa gentilezza le diceva allegramente arrivederci. Quella sera accadde un fatto magico. Quando il suo cuore si aprì ad accogliere il cielo della sera, il fiume ricevette l'immagine della luna piena, bella e luminosa come un gioiello. Non aveva mai immaginato di poter ospitare un'immagine tanto bella dentro di sè.

Da “La pace è ogni passo” Thich Nhat Hanh






sabato 19 febbraio 2011

Salvare una stella


Si racconta che su una spiaggia deserta, al tramonto, un uomo raccoglieva le stelle di mare, una alla volta e le gettava in acqua.
un signore incuriosito andò a vedere, vide l'uomo e gli disse: "buonasera amico, mi chiedevo cosa stesse facendo."

l'uomo sorrise e rispose: "ributto in acqua queste stelle. Vedi, adesso c'è la bassa marea e tutte queste stelle sono state depositate sulla riva. Se non le ributto in acqua moriranno per mancanza di ossigeno."

Capisco - rispose l'altro - ma devono essercene migliaia su questa spiaggia. Non si può trovarle tutte. E poi succede lo stesso su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non vedi che non puoi cambiare le cose?

L'uomo delle stelle sorrise, si chinò a raccogliere un'altra stella di mare e gettandola nell'acqua rispose:" ho cambiato le cose per questa qui."
dal Web

Tempo d'amore...



Ho capito che ti amo quando ho visto che bastava
un tuo ritardo per sentir svanire in me l'indifferenza, per temere che tu non venissi più,
ho capito che ti amo quando ho visto che bastava
una tua frase per far sì che una serata come un'altra
cominciasse per incanto a illuminarsi,
e pensare che poco tempo prima,
parlando con qualcuno, mi ero messo a dire
che oramai non sarei più tornato
a credere all'amore, a illudermi, a sognare
ed ecco che poi ho capito che ti amo
e già era troppo tardi per tornare,
per un po' ho cercato in me l'indifferenza
poi mi son lasciato andare nell'amore”

Luigi Tenco

sabato 12 febbraio 2011


Amore
non dannarmi
al mio destino
tienimi
aperte tutte le stagioni
fa
che il mio grande
e tiepido declino
non si addormenti
lungo le pulsioni.

Alda Merini

domenica 6 febbraio 2011

Mi dici che...


Mi dici che il silenzio
è più vicino alla pace delle poesie
ma se in dono
ti portassi il silenzio
(perchè io conosco il silenzio)
...
diresti allora
questo non è silenzio
è un'altra poesia
e me lo restituiresti...
LEONARD COHEN

giovedì 3 febbraio 2011

Finchè dura il rimorso dura la colpa


Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele.

Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono.

Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome.

Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto.

Abele rispose:

-Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima.

-Ora so che mi hai perdonato davvero, -disse Caino - perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare.

Abele disse lentamente: È così. Finchè dura il rimorso dura la colpa.

Jorge Luis Borges














lunedì 31 gennaio 2011

Silenzio!

Si dice che ogni persona è un'isola,
 e non è vero,

ogni persona è un silenzio, questo sì,
un silenzio,

ciascuna con il proprio silenzio,

ciascuna con il silenzio che
è.

Josè Saramago

venerdì 7 gennaio 2011

Il verde a venire...



Un albero secco
fuori dalla mia finestra
solitario
leva nel cielo freddo
i suoi rami bruni:
Il vento sabbioso
la neve e il gelo
non possono ferirlo.
Ogni giorno quell'albero
mi dà pensieri di gioia,
da quei rami secchi
indovino il verde a venire.

(W.Ya-p'ing)

giovedì 6 gennaio 2011


Amami quando lo merito meno,
perché sarà quando ne ho più bisogno.

(Caio Valerio Catullo)

martedì 4 gennaio 2011

Nel buio


Ho spento la luce
per poter vedere la neve.
E ho visto la neve
dietro il vetro
e la luna nuova.
Ma ho visto che anche la neve
e la luna erano un vetro
e dietro quel vetro c'eri tu
e mi guardavi.

Ernesto Cardenal

domenica 2 gennaio 2011

Senza titolo


No, non chiamarlo amore,
se una donna
che è tutta bella, desideri,
portato per mano dagli occhi
che estasiati l'ammirano.

Ma se incontri una brutta
e subito dentro ti senti
perduto,
e accelerando i suoi battiti il cuore,
ardi di lei, smanioso:
questo è fuoco d'amore,
perché la bellezza seduce chiunque
il volto le guardi.

Marco Argentario

Nelle ore silenziose della notte...


Si deve avere un amico invisibile
a cui parlare
nelle ore silenziose della notte
e durante le passeggiate nei parchi. 
K. Gibran